Categoria Ragazzi
3° Premio: Cloe Buralli
Laurus
Se la natura si oppone, è vana la fatica;
eppur ti muovi, iridescente nelle gambe umide
di terrore e laghi lunari, lacrime e crepe oculari:
la furia ti spoglia di ogni affanno vanitoso
e nuda ridi, Venus pudica.
Se imponente conquista la vetta, sarà un re;
eppur non si mostra al cospetto del cacciatore
sempre più avido d’amore, mentre sfida Ovidio
nascondendo furtivamente la tosse soltanto:
regale ma codardo, Paride ma pusillanime.
Se lui, Cervo, ti sfugge come cerbiatto
sarà un anello a unirvi nel flagello matrimoniale;
vita circoscritta all’anulare
ma errante per scenari curvi nel grave grido
del corvo: al morso della serpe, cadrà il tuo amore distratto.
Se osserva ferito nell’orgoglio, sarà la fine;
un eterno senso unico fatto duello
soffocherà ogni rimorso emerso e
troverai radici nell’elmo, di ferro come
le antiche ali per rimanere con lui a terra:
mani vicine.
Se vedrai spezzarsi il patto d’amore, sarà ora;
la guerra renderà qualcuno padrone, un altro servo
ma già gli occhi volgeranno lontano,
verso una carezza serafica contraria
alle corna del Cervo: pronta a fiatare dalla fine fatale,
sarà nuova aria.
Categoria Adulti
1° Premio: Elisabetta Biondi Della Sdriscia
Livorno, ombra di gioventù
È questa diga che racchiude
con linea circolare l’orizzonte
il limite che non oso varcare.
Al di là un universo bramato
e sconosciuto: oltrepassare
lo sguardo vigile del faro,
spingersi al largo, verso la Meloria,
inseguire l’ombra azzurra dell’Elba,
oltre la Capraia, mentre uno spicchio
aspro d’Apuane s’affaccia
di lontano, sopra il mare…
Livorno, ombra di gioventù,
scrigno prezioso di affetti
ormai lontani, questa pioggia
di stelle in quest’agosto
t’illumina di sogni mai svaniti.
Placido è lo sciacquio della
risacca: la terrazza Mascagni,
più oltre i fossi, gli scali dei
mercanti del passato, sotto la
Darsena docile e paziente
offrono ai sogni dolce
insenatura: nell’ombrosa
frescura della sera i miei
pensieri inseguono un sorriso
che la risacca non può cancellare.
Solcano il cielo frammenti di cometa,
imago infranta dei sogni che cantavo:
a palpebre abbassate, mio malgrado,
è quel sorriso che colma la mia notte.
Categoria Adulti
2° Premio: Pietro Catalano
L’ultima fermata
Madrid, Stazione di Atocha
Finalmente rivedo
ragazzi baciarsi sulla banchina
in attesa del treno della gioia.
La primavera incalza
e gli istinti escono
dal letargo del lungo inverno,
ombre perdute nei viali
delle vane speranze.
Si guardano negli occhi
e s’accarezzano con lo sguardo,
poi sorridono alla scoperta
dell’intesa ritrovata,
sussurrano poche parole,
respiri profondi,
una risata e via.
Simili ragazzi immagino
sul treno della follia,
quale sarà stato l’ultimo
sguardo prima della fermata
della vita,
speranze finite in quella tragica
mattina, una come tante,
ma ora non più.
M’angoscia la viltà del gesto,
uomini e donne normali erano,
aquiloni legati al cielo,
e rubavano ogni istante
alla fatica del vivere,
per conservarsi vivi
ai propri figli,
anime perdute.
Categoria Adulti
3° Premio: Vittorio Di Ruocco
Il vento silenzioso della morte
È un vento silenzioso quasi astratto
a trascinarci verso l’orizzonte
che appare come l’orlo dell’abisso
a noi viventi all’ombra della morte.
La piazza vuota al colmo del mattino
rende lo sguardo muto e sconsolato
a chi quasi a difendersi dal nulla
s’affaccia appena ai bordi della vita.
Il tempo sembra immobile, è un tormento
come una spada pronta a trapassare,
che fissa ad un centimetro dal cuore
non indietreggia né si lascia andare
al colpo che dilegua l’agonia.
Stammi vicina amica mia speranza
rinuncia ai tuoi propositi di fuga
da questa terra amara e maledetta,
rendimi almeno un palpito di luce.
Fa’ sì ch’io qui non resti a consumarmi
tra pile di ricordi e di rancori
ma possa ancora prendere per mano
la donna mia che attende sulla soglia
avvolta nel vestito dell’amore.
E se grida più forte la tempesta
e la paura annera ogni sorriso
perché il nemico occulto ci divora,
tu non abbandonarci alla deriva
ma guidaci nel tempio dell’aurora,
lontano, via da questa infausta notte.
Insegnaci ad usare le parole
raccolte lungo i viali del silenzio
per colorare di nuova bellezza
il volto sfigurato della vita.
Vedrai ritorneremo a camminare
con gli occhi accesi dalla meraviglia,
e finalmente ancora a respirare
il brivido innocente di un abbraccio.